San Francesco del Prato – Parma

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Località: Parma (PR)
Committente: Diocesi di Parma
Progettazione restauro: architettonico arch. Giorgio della Longa (RM), arch. Barbara Fiorini, collaboratori: arch. Giulia Baccetti, consulenti: arch. Michele Zampilli, arch. Eugenio Bettinelli
Progetto consolidamento strutturale: ing. Giovanni Cangi, collaboratori: ing. Alessandro Petrani, ing. Luca Fontanelli, ing. Linda Pettinelli, ing. Camillo Antoniucci
Direzione Lavori: arch. Davide Massera
Direzione Lavori opere strutturali: ing. Giovanni Cangi
Impresa esecutrice: Consorzio C.O.R.MA., Project manager: geom. Borrini F . Saverio

La chiesa ex “carcere” di Parma torna a essere patrimonio di tutti.

Il centro storico di Parma è ricco di preziose testimonianze storico-archi­tettoniche, e fra queste spicca la grande chiesa gotica di San Francesco del Prato, monumento particolarmente caro alla città che custodisce la me­moria di una storia ricchissima di avvenimenti.

Edificata nel XIII secolo grazie ai contributi spontanei della popolazione, San Francesco del Prato fu la prima sede dei francescani a Parma. Dall’epoca napoleonica, tuttavia, con la soppressione degli ordini religiosi la chiesa venne destinata a luogo di reclusione, e molte delle sue parti modificate per il nuovo utilizzo. Il carcere fu poi smantellato nel 1992, e da allora la grande struttura è rimasta chiusa al pubblico. Solo nel 2019, appena avuto in concessione dal Demanio il complesso di San Francesco del Prato, la Diocesi di Parma ha avviato l’iter progettuale per il recupero del monumen­to non solo ad uso liturgico ma anche per manifestazioni musicali, culturali, accademiche e istituzionali.

L’importante intervento di restauro e riqualificazione ha visto fra i prota­gonisti Laterlite, con le sue soluzioni leggere per la realizzazione di sotto­fondi alleggeriti, e Ruregold, con la sua gamma di sistemi per il rinforzo strutturale a base di materiali compositi FRCM. I prodotti a base di argilla espansa Leca sono stati utilizzati nel ripristino di una parte delle pavimen­tazioni; i materiali di rinforzo sono stati utilizzati per le navate e l’abside della chiesa.

Il complesso necessitava di una serie di importanti interventi di consolida­mento strutturale, che hanno interessato sia le pareti delle tre navate che la zona absidale e i capitelli dei colonnati, e di rifacimento delle pavimenta­zioni, che a opera finita ospiteranno un sistema di riscaldamento radiante su cui verrà realizzata una pavimentazione in cocciopesto di calce e polvere di laterizio.

Nell’ambito di tali lavorazioni lo Studio Tecnico Massera, specializzato nel­la progettazione e direzione lavori nell’ambito del restauro, ha coinvolto Ruregold e Laterlite nello sviluppo delle soluzioni più idonee a un quadro di intervento di notevole complessità come quello in esame.

Per quanto riguarda in particolare le opere di consolidamento delle mu­rature la scelta è caduta sulla collaudata soluzione tecnica costituita da PBO-Mesh 22/22, rete bidirezionale da 44 g/m² per 100 cm di altezza in fibra di PBO, distribuiti in modo equivalente in trama e ordito, e MX-PBO Muratura, matrice inorganica fibrata a base cementizia ideale per con­sentire l’ottimale trasferimento delle tensioni dall’elemento strutturale alla rete.

Questa soluzione, che evidenzia una resistenza ottimale anche alle tem­perature elevate e ai cicli di gelo e disgelo, offre parallelamente importan­ti vantaggi anche in fase esecutiva, grazie alla notevole capacità adesiva della malta inorganica al supporto e alla sua compatibilità chimico – fisica con la muratura, che ne rendono la posa semplice e affidabile, anche su supporti umidi.

Nella realizzazione dei consolidamenti è stato utilizzato anche PBO-Joint, il connettore a fiocco in fibra di PBO specificamente sviluppato per l’impie­go nei sistemi FRCM Ruregold. Insieme alla matrice inorganica MX-Joint, PBO-Joint è un sistema di connessione per il collegamento delle strutture esistenti in muratura con i sistemi di rinforzo strutturale FRCM in PBO. Il connettore a fiocco viene realizzato in opera mediante l’impiego di un fascio di filati/trefoli paralleli e continui, raccolti all’interno di una rete elastica tu­bolare realizzata con fili di poliestere, poliammide e lattice, estensibile sia longitudinalmente che trasversalmente e rimovibile. Questo fascio diventa rigido solo a seguito dell’impregnazione con l’apposita matrice inorganica MX-Joint, e inserito all’interno del foro opportunamente realizzato nell’ele­mento strutturale in muratura incrementa la capacità di adesione del siste­ma di rinforzo FRCM in PBO con il supporto esistente.

I sistemi di consolidamento strutturale a base di materiali compositi FRCM sono stati inoltre utilizzati anche per il consolidamento dei capitelli dei pi­lastri delle navate centrali e di quelli del convento, localizzato sul lato nord del complesso.

Protagonista dell’intervento sulle pavimentazioni è stata invece Laterlite, che per la realizzazione dei sottofondi ha fornito il premiscelato leggero Lecacem Mini. Formulato a base di argilla espansa Leca, leggero e isolante ad elevata resistenza e chiusura superficiale, il prodotto è specificamen­te indicato per la realizzazione di strati di isolamento/alleggerimento di sottofondi e pendenze, ed è caratterizzato da una elevata resistenza alla compressione (50 kg/cm2). La sua grana fine crea una superficie chiusa e compatta che lo rende idoneo anche per gli impieghi più gravosi durante le lavorazioni successive (formazione di intonaci, tavolati, ogni altra solleci­tazione meccanica); grazie alla particolare consistenza, inoltre, offre una superficie ideale per assicurare una perfetta planarità del sottofondo su cui poi realizzare massetto di finitura e pavimentazione.

Completato il rifacimento delle pavimentazioni, alle opere di consolida­mento e riqualificazione antisismica seguirà la rifunzionalizzazione della chiesa e dell’ex convento per renderli pienamente agibili e utilizzabili oltre al completamento del restauro degli affreschi e il recupero del piano terra dell’ex carcere.

 

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