La fitodepurazione è un sistema naturale di depurazione delle acque reflue domestiche, agricole e industriali, che sfrutta l’azione combinata dei microrganismi batterici, di alcune specie di piante macrofite (che predispongono le condizioni ideali per la proliferazione batterica) e di uno speciale substrato filtrante.
Un impianto di fitodepurazione è di norma costituito da un bacino impermeabilizzato riempito con il substrato filtrante in cui vengono immesse le acque reflue da trattare e nel quale crescono le piante macrofite semi-acquatiche.
L’acqua da depurare, adeguatamente pretrattata (fossa di sedimentazione tipo Imhoff e filtro degrassatore), attraversa in profondità il substrato nel quale si sviluppano le radici delle piante. Queste ultime, liberando parte dell’ossigeno assorbito attraverso le foglie e il fusto, sono in grado di creare in prossimità delle radici (rizosfera) le condizioni adatte alla proliferazione della flora batterica (biofilm).
L’azione combinata della filtrazione del substrato, della degradazione chimica ad opera della flora batterica e dell’assorbimento radicale delle piante, riesce a rimuovere gli inquinanti principali presenti nelle acque (azoto, fosforo, solidi sospesi, metalli pesanti, sostanza organica, microrganismi patogeni derivanti dagli scarichi civili e industriali), grazie al complesso di processi fisici, chimici e biologici che hanno luogo, in simultanea o in sequenza, durante la permanenza dell’acqua negli impianti.
L’argilla espansa Leca, leggera ed isolante, naturale, chimicamente inerte, con elevata porosità e ritenzione idrica è il substrato ideale per lo sviluppo delle radici delle piante e per realizzare il letto filtrante in cui si verifica la vera e propria filtrazione biologica.
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